201802.28
0
Print Friendly, PDF & Email

Con questi articoli ci proponiamo di mantenere aggiornati i nostri clienti sugli sviluppi nel settore della Proprietà Industriale in generale e della nostra struttura in particolare. Desideriamo garantire in questo modo una visione più ampia degli strumenti che il campo dei marchi, nomi a dominio, brevetti, disegni e diritti connessi offre agli imprenditori, per valorizzare e difendere il loro impegno nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni e idee. I contenuti di questa newsletter hanno carattere esclusivamente informativo e non costituiscono un parere legale, né possono in alcun modo considerarsi come sostitutivi di una specifica consulenza legale



USA e Cina si contendono il primato mondiale in termini di prodotto interno lordo e dunque di mercato di interesse per gli investitori. Non è difficile immaginare pertanto la ragione per la quale queste aree rappresentano oggi la scelta primaria per i richiedenti di nuovi brevetti per invenzione che provengono dall’estero, ossia non nativi di USA e Cina.  D’altra parte, che gli USA e la Cina rappresentino le aree geografiche di maggior interesse per le imprese nostrane, è testimoniato anche dal fatto che il recente Bando del MiSE per la concessione di agevolazioni alle PMI per favorire la registrazione di marchi a livello internazionale, ha previsto che l’entità dell’agevolazione raggiunga il massimo, ossia 90% delle spese ammissibili, proprio nel caso di Cina e USA.

Analizziamo alcuni spunti pratici per comprendere quali vantaggi offrono i sistemi in forza in questi Stati, per ottenere un brevetto d’invenzione spendibile commercialmente su questi territori. Sia gli USA che la Cina fanno parte del PCT (Patent Cooperation Treaty) ed è pertanto possibile ottenere interessanti risparmi economici sfruttando una procedura di deposito unitaria internazionale, che permette di dilazionare le spese su un periodo di tempo di oltre due anni. Entrambi questi Paesi poi hanno aderito al programma di ottimizzazione delle procedure di esame, noto come PPH (Patent Prosecution Highway), che permette, a determinate condizioni, di velocizzare la procedura di ottenimento di un brevetto e di ridurre i costi di brevettazione. Gli Uffici Brevetti che partecipano al programma PPH si sono accordati affinché quando il titolare di una domanda di brevetto riceve l’accettazione di almeno una delle rivendicazioni da un primo ufficio brevetti, è possibile per il titolare richiedere l’esame accelerato (fast track) delle rivendicazioni corrispondenti nella parallela domanda di brevetto pendente in un secondo ufficio che aderisce al programma.

Il programma PPH offre pertanto il vantaggio di mette in moto nei singoli Stati aderenti, un meccanismo a catena per avviare procedure di esame accelerato che consentono ai titolari di ottenere più rapidamente ed efficientemente la concessione di un brevetto rispetto alla procedura standard. Una ulteriore nota importante riguarda gli USA e la necessità di riportare l’indicazione che un prodotto è brevettato (“marking”), per evitare che l’omessa pubblicità precluda il recupero dei danni subiti dalla contraffazione. Lo scopo del “marking” è quello di informare attivamente il pubblico del fatto che un prodotto è coperto da brevetto ed è conseguibile o con gli strumenti tradizionali, che prevedono di apporre sul prodotto il numero del brevetto, oppure con strumenti più moderni, la cosiddetta “virtual marking”, che fa ricorso ad un link ad un sito web dove siano contenute le informazioni sui brevetti a tutela di quel prodotto.

Il vostro consulente in brevetti potrà fornirvi i suggerimenti per soddisfare correttamente questo requisito. In Cina per contro non è obbligatorio indicare il numero del brevetto al fine di ottenere un risarcimento del danno. Tuttavia è bene ricordare che, in entrambi gli Stati, la falsa indicazione che un prodotto è brevettato, è punita con un’ammenda.