201904.11
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Con questi articoli ci proponiamo di mantenere aggiornati i nostri clienti sugli sviluppi nel settore della Proprietà Industriale in generale e della nostra struttura in particolare. Desideriamo garantire in questo modo una visione più ampia degli strumenti che il campo dei marchi, nomi a dominio, brevetti, disegni e diritti connessi offre agli imprenditori, per valorizzare e difendere il loro impegno nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni e idee. I contenuti di questa newsletter hanno carattere esclusivamente informativo e non costituiscono un parere legale, né possono in alcun modo considerarsi come sostitutivi di una specifica consulenza legale



Uno dei pochi settori che non conosce crisi è quello della contraffazione; in particolare, della contraffazione on line. Tutti i più recenti studi – dall’analisi dell’OCSE (Organisation for Economic Co-operation and Development) a quella dell’OECD (Organisation for European Cooperation and Development) -  sono molto chiari su questo punto.

Secondo l’ultimo aggiornamento dello studio effettuato dall’OCSE e dall’ Ufficio dell'Unione europea per la proprietà intellettuale (Tendenze del commercio di prodotti contraffatti e usurpativi), l'Italia sarebbe al terzo posto - dietro Stati Uniti e Francia - tra i Paesi più colpiti dalla contraffazione: situazione che non fa che peggiorare anno dopo anno, considerando che in Europa sono stati importati in un anno prodotti contraffatti per oltre 120 miliardi di euro, una stima aumentata di 30 miliardi in soli tre anni.

La Cina si conferma il primo tra i Paesi di origine o passaggio delle merci contraffatte coprendo quasi il 60% del totale, seguita da Hong Kong (Paese prevalentemente di transito dei beni) e Turchia.

Scendendo un po’ di più nel particolare, si nota che quando si parla di contraffazione on line si tende a pensare subito a colossi dell’e-commerce come Amazon, Alibaba o Ebay. Tuttavia, i siti che vendono articoli contraffatti sono sempre di più ed hanno sede nei quattro continenti. Alcuni nomi sono peraltro ancora poco conosciuti al grande pubblico.

Un recente studio della Commissione Europea ha permesso di mettere un po’ di ordine e fare una mappatura dei principali siti internazionali coinvolti nella vendita on line di prodotti contraffatti. 

Vediamone alcuni.

Bukalapak

È il più popolare sito di e-commerce in Indonesia. Vende prodotti di elettronica, di abbigliamento, ma anche libri, film, cellulari, fino a macchine e parti di macchine. Il modello commerciale è principalmente “business to consumer” (il più pericoloso per la diffusione della contraffazione). Secondo un sondaggio tra le società che hanno avuto modo di confrontarsi con questo sito, la piattaforma vende un elevato di numero di prodotti contraffatti importati dalla Cina. Solo nel 2017 sono state stimate circa 26 mila “listing offering” di prodotti in odore di contraffazione. Per attirare il maggior numero di utenti possibile, Bukalapak sfrutta inoltre strumenti allettanti come il cash-back o i premium accounts per nuovi utenti.

Il 47% dei prodotti ritenuti contraffatti sono legati al settore dell’elettronica; il 19% al fashion; il 17% al mondo dello sport.

Il procedimento per la rimozione dei prodotti ritenuti in contraffazione appare piuttosto lungo e farraginoso.

EVO Company Group

Questo gruppo comprende diversi siti di e-commerce con base in Russia e Paesi limitrofi, in particolare, il sito tiu.ru - Russia; prom.ua; bigl.ua – Ucraina; deal.by - Bielorussia; satu.kz - Kazakhstan.

I principali per volumi e transazioni sono tiu.ru e prom.ua con: la percentuale maggiore di prodotti contraffatti riguardano il mondo della moda (52%) e il settore della tecnologia (36%).

Le procedure di take down non sono automatiche e richiedono la preventiva registrazione di marchi di impresa nelle nazioni dove questi market places hanno sede; non sempre, inoltre, vengono riconosciute come valide le designazioni di marchi internazionali: i responsabili di questi siti tendono a dare preferenza ai Certificati di Registrazione di marchi nazionali. 

Lazada.co.th

Si tratta del più popolare sito di e-commerce in Tailandia e, secondo un sondaggio tra le aziende europee che vendono on line, uno dei siti a più alta concentrazione di prodotti contraffatti nel settore di prodotti sportivi, abbigliamento, gioielleria, scarpe e parti di veicoli.

Molto presente anche in Malesia e nelle Filippine, con circa 155.00 venditori registrati e quasi 560 milioni di utenti raggiunti.

Naver.com

Qui siamo in Corea del Sud e questo sito opera sotto il “cappello” della Naver Corporation, www.navercorp.com. Il più grande fornitore di servizi internet in Corea del Sud, con circa 200 milioni utenti.  I servizi on line di cui si serve per la vendita di prodotti contraffatti sono principalmente Naver WIndow Series (una piattaforma per gli operatori offline) e Smartsore (dedicato agli operatori on line). Tuttavia i prodotti contraffatti compaiono frequentemente anche su piattaforme collegate come Naver Blogs, Naver Cafes (…).

Secondo un recente sondaggio effettuato dalla European Chamber of Commerce in Corea del Sud, sono state presentate circa 50.000 richieste di chiusura di annunci contenenti indicazioni di prodotti contraffatti depositate presso piattaforme della Naver Corporation.

Snapdeal.com

Si tratta di uno dei più popolari siti di e-commerce indiani, con più di 60 milioni di prodotti in offerta e più di 300.000 seller registrati. Secondo quanto riportato da società che hanno avuto modo di confrontarsi con questa piattaforma, il numero di articoli contraffatti presenti on line è molto elevato e le procedure per la rimozione degli stessi non sembrano né rapide né agevoli.

Xxjcy.com and China-Telecom

Si tratta di siti on line dedicati al business to business che offrono prodotti industriali e prodotti di consumo. Dalle macchine industriali da costruzione a impianti nel settore chimico, fino ad articoli di abbigliamento, complementi di arredo e parti di motori. Il rischio elevato di questi due siti con base cinese è che i prodotti vengano poi rivenduti in Europa in grandi quantità, il sito infatti permette la consegna di grandi volumi di merce attraverso strumenti e modalità di consegna internazionali. Il consumatore non acquista direttamente dalla/dalle piattaforme, ma viene messo in contatto con il seller. Secondo un sondaggio tra le società che hanno avuto modo di confrontarsi con dette piattaforme, la percentuale maggiore di prodotti contraffatti riguarda articoli di elettronica e articoli di abbigliamento.

Il livello di guardia rimane alto anche in relazione ai siti di e-commerce più conosciuti come Aliexpress.com, Tmall.com, Taobao.com, 1688.com, Amazon.com e eBay.com; tuttavia, si è registrato un diverso atteggiamento da parte di queste piattaforme: sono più collaborative quando si tratta di richiedere la rimozione di offerte di prodotti segnalati come in contraffazione dai rispettivi titolari di marchi, ed i manager coinvolti nella gestione delle tematiche di Intellectual Property sono aperti al dialogo con i brand owners. Abbiamo avuto modo di partecipare anche noi come Studio a tavole rotonde composte dai responsabili dei citati colossi del web. Tuttavia, molta strada è ancora da percorrere anche per queste piattaforme, vista l’elevata quantità di prodotti contraffatti ancora presente e le non sempre rapide procedure di take down messe a disposizione.

Lasciando per un momento da parte i siti classici di market places on line, non si può non considerare anche il crescente fenomeno delle vendite on line effettuate tramite Facebook. Vendite e transazioni molto difficili da intercettare per i titolari di brand. Negli ultimi anni il celebre social network fondato da Mark Zuckerberg ha implementato delle funzioni che consentono di pubblicare inserzioni di vendita, offrendo sia oggetti di seconda mano che prodotti nuovi. Per vendere su Facebook è sufficiente andare su “Facebook Marketplace”, la sezione del celebre social network dedicata alle compravendite tra utenti. Si tratta di un vero e proprio mercatino online, dove è possibile mettere in vendita articoli di ogni genere.

Il fenomeno della contraffazione oltre ad essere in pericolosa ascesa è quindi sempre più complesso ed articolato, in particolare quando si tratta di contraffazione on line.

Appare pertanto urgente intervenire con misure efficaci e puntuali. Il primo passo per iniziare a combattere questo fenomeno in continua crescita è tuttavia quello di conoscerlo sempre di più nei dettagli, senza fermarsi alle apparenze.