202110.05
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La Croazia richiede all’UE la tutela del suo vino «Prošek»

Il Prosecco, il cui nome deriva dal toponimo “Prosecum”, rappresenta una tipicità esclusivamente italiana nonché uno dei casi di maggiore successo commerciale degli ultimi anni: secondo quanto riportato dall’Unione italiana vini (UIV), sarebbero oltre 620 milioni le bottiglie prodotte dalle tre denominazioni d’origine del Prosecco e, di queste, 370 milioni sono esportate. Complessivamente il mercato “delle bollicine” più famose nel mondo vale circa 2 miliardi di euro di fatturato annuo di cui un miliardo all’estero (2020), l’equivalente del 16% sul totale export italiano. L’importanza della tutela del Prosecco e di tutto quanto riguarda il “Made in Italy” è chiara a tutti ormai, visto anche il notevole impatto economico collegato.

Come noto, la Commissione Europea ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (UE) del passato 22 settembre 2021 la domanda di protezione della menzione tradizionale “Prosek”, presentata dal Ministero dell’Agricoltura Croato già nel lontano dicembre 2013. Il «Prošek» è un vino da dessert (un passito dolce) croato, prodotto nella zona meridionale della Dalmazia. La menzione tradizionale «Prošek», secondo la Croazia, sarebbe quindi meritevole di protezione ai sensi del regolamento (UE) n. 1308/2013 e dovrebbe rientrare tra i prodotti vinicoli tradizionali che godono di protezione sulla base della loro provenienza geografica ai sensi della normativa UE.

La pubblicazione sulla Gazzetta UE della domanda, conferisce il diritto agli Stati Membri dell’UE di opporsi alla domanda entro un termine di due mesi (art. 98 Regolamento (UE) n. 1308/2013).

La menzione tradizionale “Prošek”, oltre a poter indurre in errore il consumatore circa l’origine del vino, potrebbe anche diluire il carattere distintivo del “Prosecco”, che l’UE tutela in tre denominazioni di origine protetta diverse: Prosecco DOC, Prosecco di Conegliano Valdobbiadene DOCG e Asolo Prosecco DOCG, per una produzione complessiva che supera i 600 milioni di bottiglie.

Occorre ricordare, senza entrare in questa sede nel dettaglio di una normativa complessa, che si devono considerare con attenzione i fenomeni di usurpazione/evocazione, compresi quelli generati da sinonimi, nonché i rischi di confusione per il consumatore: il nome Prosek sembra infatti destinato a richiamare inevitabilmente, per un “consumatore normalmente informato”, il molto più noto “Prosecco” italiano.

Secondo fonti governative, il Governo italiano sarebbe pronto a procedere con opposizione formale nei sessanta giorni decorrenti dalla pubblicazione della richiesta di registrazione in Gazzetta Ufficiale. Sarebbe, infatti, già stato attivato un Tavolo tecnico da parte del Governo, previsto per il 5 ottobre 2021, per predisporre una dichiarazione debitamente motivata al fine di presentare opposizione alla protezione come menzione tradizionale «Prošek». Allo stesso modo, l’UIV, Unione italiana vini, ha già annunciato che farà squadra con Francia, Spagna, Portogallo e Germania affinché le federazioni dei vini di questi paesi presentino una mozione contro la proposta della Croazia.

Si attendono quindi i prossimi passi formali che vorrà intraprendere il Governo italiano, nonché le associazioni di categoria ed i produttori, in difesa di questa eccellenza del nostro territorio.