Con questi articoli ci proponiamo di mantenere aggiornati i nostri clienti sugli sviluppi nel settore della Proprietà Industriale in generale e della nostra struttura in particolare. Desideriamo garantire in questo modo una visione più ampia degli strumenti che il campo dei marchi, nomi a dominio, brevetti, disegni e diritti connessi offre agli imprenditori, per valorizzare e difendere il loro impegno nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni e idee. I contenuti di questa newsletter hanno carattere esclusivamente informativo e non costituiscono un parere legale, né possono in alcun modo considerarsi come sostitutivi di una specifica consulenza legale
Dopo la prima decisione milanese del 2016 e le due decisioni veneziane del 2019 (Tribunale e Corte d’Appello), con sentenza 25 gennaio 2021 n. 493/21 (Presidente Relatore Marangoni), il Tribunale di Milano ha nuovamente affermato, grazie al supporto del nostro Avv. Carlo Sala, la tutela autorale del Moon Boot® (di seguito “MB”) del nostro cliente Tecnica Group S.p.A., come opera del disegno industriale ai sensi dell’art. 2 n. 10 legge 633/41.
Il motivo del richiamo alla sentenza è che il design di un prodotto (che non ha nulla a che fare con la sua estetica, bensì semplicemente col suo aspetto di un prodotto o di una sua parte) può ottenere la tutela d’autore, tutela che, in sostanza è perpetua, visto che per la legge la vita di una tale di opera di 70 anni dalla morte dell’autore.
In breve, la novità della decisione è che il Tribunale non solo si focalizza sul valore artistico del prodotto di Tecnica Group (peraltro precisando che anche al di là delle sue intenzioni e della sua stessa consapevolezza, …. l'opera a contenuto artistico assume valore di per sé e per effetto delle capacità rappresentative e comunicative che essa possiede e che ad essa vengono riconosciute da un ambito di soggetti più ampio del solo consumatore di quello specifico oggetto[1]), ma affronta anche il tema del carattere creativo dell’opera in questione, laddove, facendo riferimento al rapporto dei Moon Boot con le calzature lunari del primo sbarco sulla luna nel 1969, puntualizza che effettivamente, al fine di sostenere una pretesa mancanza di novità dei Moon Boot non sembrano assumere particolare rilievo, …. le pretese anteriorità costituite dalle calzature utilizzate dagli astronauti nella missione Apollo, cui il modello dell’attrice traeva diretto ed esplicito spunto ma dando luogo ad una del tutto autonoma e diversa autonomia di forme avente indubbio carattere creativo …
A tacere di altri profili interessanti, merita menzione anche il passaggio, in cui, nel valutare il plagio/contraffazione dei prodotti in contestazione e previamente richiamando la definizione delle caratteristiche salienti del MB fatte proprie dal tribunale ambrosiano a partire dalla sentenza Trib. 12 luglio 2016, si dice che l'elaborazione creativa si differenzia dalla contraffazione, in quanto mentre quest'ultima consiste nella sostanziale riproduzione dell'opera originale, con differenze di mero dettaglio che sono frutto non di un apporto creativo ma del mascheramento della contraffazione, la prima si caratterizza per un'elaborazione dell'opera originale con un riconoscibile apporto creativo. Ciò che rileva, pertanto, non è la possibilità di confusione tra due opere, alla stregua del giudizio d'impressione utilizzato in tema di segni distintivi dell'impresa, ma la riproduzione illecita di un'opera da parte dell'altra, ancorché camuffata in modo tale da non rendere immediatamente riconoscibile l'opera originaria (così Cass. 9854/12).
[1] E che, la sentenza in parola dice che-… va ricavato da indicatori oggettivi, non necessariamente concorrenti, quali il riconoscimento, da parte degli ambienti culturali ed istituzionali, circa la sussistenza di qualità estetiche ed artistiche, l'esposizione in mostre o musei, la pubblicazione su riviste specializzate, l'attribuzione di premi, l'acquisto di un valore di mercato così elevato da trascendere quello legato soltanto alla sua funzionalità ovvero la creazione da parte di un noto artista (così Cass. 7477/17).