202306.29
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Con questi articoli ci proponiamo di mantenere aggiornati i nostri clienti sugli sviluppi nel settore della Proprietà Industriale in generale e della nostra struttura in particolare. Desideriamo garantire in questo modo una visione più ampia degli strumenti che il campo dei marchi, nomi a dominio, brevetti, disegni e diritti connessi offre agli imprenditori, per valorizzare e difendere il loro impegno nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni e idee. I contenuti di questa newsletter hanno carattere esclusivamente informativo e non costituiscono un parere legale, né possono in alcun modo considerarsi come sostitutivi di una specifica consulenza legale


Il consorzio e le famiglie storiche fanno pace intorno all’Amarone

Amarone della Valpolicella” è una DOPG (denominazione d’origine protetta e garantita) che nelle ultime due decadi è stata oggetto di un duro confronto fra il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella e l’associazione di produttori di Amarone Famiglie Storiche.

Entrambi hanno annunciato lo scorso 18 maggio di aver raggiunto finalmente una soluzione ai contrasti del passato, e di poter iniziare un nuovo percorso condividendo un obiettivo comune: quello di sviluppare la DOCG e le altre denominazioni della Valpolicella, favorendo la collaborazione e il dialogo fra i produttori.

Ma cosa era successo fra i due soggetti? La rottura risale al 2009, anno in cui 10 fra i più noti marchi dell’Amarone della Valpolicella, non soddisfatti pienamente della gestione del Consorzio, hanno creato un’associazione di nome “Famiglie dell’Amarone d’Arte”. L’associazione, con un disciplinare interno e un logo proprio, è nata dunque per tutelare la tradizione, preservare la qualità ed evitare i deprezzamenti dell’Amarone, portando avanti una comune difesa del vino di punta della denominazione. Si riteneva, fra l’altro, che alcuni prezzi delle bottiglie del grande rosso fossero indecorosi per il prestigio della denominazione.

Successivamente, nel 2010, l’associazione “Famiglie dell’Amarone d’Arte” deposita la domanda di registrazione di un marchio in Italia per proteggere un logo composto da una grande “A” e le scritte “Famiglie dell’Amarone d’Arte” e “Amarone Families”, contro il quale il Consorzio in un primo momento non si oppone.

Ma nel 2013 il Consorzio assume le funzioni di tutela, vigilanza e promozione del marchio Amarone. Così quando nel maggio 2014 l’associazione deposita la domanda di registrazione per il marchio nell’Unione Europea presso l’allora UAMI (ora EUIPO), il Consorzio si oppone presentando anche un’azione legale affinché “Famiglie dell’Amarone d’Arte” non potesse più fare uso del termine Amarone nella propria denominazione.

Quale il motivo di tale pretesa? Il Consorzio riteneva che nessun termine laudativo potesse essere giustapposto all’Amarone perché questo avrebbe comportato una distinzione di valore non lecita.

Il Tribunale delle imprese di Venezia ha dato ragione al Consorzio nel 2017 e, due anni dopo, la sentenza è stata confermata dalla Corte d’Appello di Venezia, obbligando definitivamente l’associazione a rimuovere il nome “Amarone” dalla dicitura della propria denominazione (da lì il nome attuale “Famiglie Storiche”) e determinando la nullità del loro marchio in Italia.

In sede europea, l’EUIPO aveva dato invece ragione alle “Famiglie Storiche” con delle pronunce favorevoli, confermate anche in sede di appello, alla registrazione del marchio nell’Unione Europea.

Dopo anni di ardue trattative, le aziende socie del Consorzio hanno accettato finalmente di rinunciare alla prosecuzione delle cause pendenti nei confronti delle Famiglie Storiche. L’obiettivo è ora quello di far tornare nel Consorzio le aziende che fanno parte dell’associazione Famiglie Storiche, nel frattempo salite a 13. Così facendo si stima che potrebbero tornare circa 800 ettari di viti capaci di generare un fatturato di 81 milioni di € che rappresenta circa il 23% del fatturato totale del vino Amarone DOCG. L’associazione “Famiglie Storiche” continuerà ad esistere ma unirà i propri sforzi a quelli del Consorzio nella difesa e promozione dell’Amarone in Italia e nel mondo.

La risoluzione di questo tipo di conflitto fra marchi e denominazioni d’origine protette risulta più agevole dopo l’ultima riforma introdotta a livello europeo e nazionale e che prevede la possibilità di depositare già in via amministrativa un’opposizione contro un nuovo marchio sulla base di una denominazione d’origine preesistente.

Bisogna pertanto prestare attenzione nel momento della scelta di nuovi marchi, ad esempio per bevande e prodotti alimentari, al fine di evitare possibili impedimenti derivati dalla preesistenza di denominazioni d’origine o indicazioni geografiche che possano ostacolarne la relativa concessione. I nostri professionisti, con ampia esperienza nel settore, potranno assistervi nelle Vostre future decisioni al riguardo.