202202.07
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Con questi articoli ci proponiamo di mantenere aggiornati i nostri clienti sugli sviluppi nel settore della Proprietà Industriale in generale e della nostra struttura in particolare. Desideriamo garantire in questo modo una visione più ampia degli strumenti che il campo dei marchi, nomi a dominio, brevetti, disegni e diritti connessi offre agli imprenditori, per valorizzare e difendere il loro impegno nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni e idee. I contenuti di questa newsletter hanno carattere esclusivamente informativo e non costituiscono un parere legale, né possono in alcun modo considerarsi come sostitutivi di una specifica consulenza legale



Metaverso e NFT: cosa c’entra la proprietà intellettuale?

Adidas, Nike, Atari, Snoop Dogg, Post Malone, The Weeknd, sono alcune delle maggiori aziende e dei più noti personaggi pubblici ad aver fatto il loro ingresso nel Metaverso. Proseguendo oltre Adidas, Nike ha creato uno spazio su Roblox chiamandolo Nikeland, e ha poi depositato vari marchi a tutela della sua attività metaversiana e, più in generale, nel mondo NFT.

Tramite poi figure pubbliche, gli NFTs hanno fatto il loro ingresso in altri settori. Basti pensare al successo delle Bored Apes Yacht Club BAYC, acquistate dal calciatore Neymar, gli artisti musicali The Weeknd e Post Malone, che hanno inserito nel video del loro featuring "One Right Now" l'acquisto di una BAYC tramite Moonpay, Snoop Dogg (che ha anche creato uno SnoopVerse), Paris Hilton, Gwyneth Paltrow, Jimmy Fallon, Serena Williams e molti altri.

Ma cos’è davvero il Metaverso? Per cominciare, il metaverso non è nato nel 2021 come molti potrebbero pensare. La parola "metaverso" è emersa infatti per la prima volta molto prima in Snow Crash, un romanzo scritto da Neal Stephenson nel 1992 e, il metaverso esisteva già in diverse applicazioni sviluppate in passato, quali SimCity®, Second Life®, solo per citare le più avanzate tra gli anni ’90 e 2000.

Il Metaverso è "una versione proposta di internet che incorpora ambienti virtuali tridimensionali" (definizione tratta dal Dizionario online Collins) o, più facilmente, "una realtà digitale alternativa dove la gente socializza, lavora, gioca ed effettua transazioni" (definizione di Republic Realm).

Una volta chiarito che cosa sia il metaverso, è necessario distinguere tra quelli basati su blockchain e quelli non basati su blockchain. Un esempio di questo secondo tipo sono i videogiochi, metaversi dove gli utenti utilizzano i propri avatar per giocare. Ciononostante, in tali contesti non esistono oggetti virtuali unici ed univoci (ergo, degli NFTs) venduti o disponibili per l’acquisto sul metaverso (le “skin” o avatar speciali venduti su Call of Duty, Assassin’s Creed, Fortnite e simili non sono degli NFTs) e quindi non sono metaversi basati su blockchain. Contrariamente, esistono anche metaversi basati su blockchain, ossia decentralizzati, dove i creatori di oggetti virtuali possono mettere a disposizione degli utenti le loro opere e ricevere un compenso in seguito alla vendita (e rivendita) di tali opere nel metaverso. Questo tipo di metaverso è orientato alla remunerazione degli artisti/creatori/sviluppatori ed è presente in piattaforme tipo Decentraland, The Sandbox, Cryptovoxels, per menzionarne alcune.

Venendo ora agli aspetti legali relativi al metaverso e NFTs, e, in particolare, alle questioni associate alla proprietà intellettuale (PI), i risvolti da analizzare sono diversi. Uno di questi riguarda la questione dell’impersonazione e degli usi non autorizzati da parte di terzi. Infatti, esattamente come su internet, nel metaverso (sia in quello remunerativo che non remunerativo) si trovano molti casi di usi non autorizzati e fraudolenti che violano la proprietà intellettuale di terzi. Non essendo uno spazio ancora molto conosciuto, si possono costruire siti fasulli ed utilizzare la reputazione di brand famosi dando ad intendere che gli stessi brand vendano i loro prodotti nel metaverso, quando ciò non rispecchia la realtà dei fatti. Per esempio, in riferimento ad Adidas e al suo ingresso nello spazio NFT, esistono svariate collezioni su OpenSea, forse il più grosso marketplace per gli NFTs, che stanno vendendo immagini profilo delle BAYC, con avatar che indossano capi Adidas simili o addirittura identici a quello illustrato all’inizio del presente articolo (https://opensea.io/collection/adidas-nft-s).


Un’altra questione rilevante da segnalare è la questione generale degli NFTs, del loro contenuto e dei diritti che si intendono ceduti con l’acquisto di un NFT. Esattamente come abbiamo ripetuto anche in occasioni passate, gli NFTs possono essere ceduti in qualità di opera assieme ai loro rispettivi diritti patrimoniali , come nel caso delle BAYC menzionate in precedenza, in merito alle quali i loro creatori hanno deciso che mediante la vendita si ritengono ceduti i diritti patrimoniali ad essi associati, oppure si può anche scegliere un approccio più conservativo, come quello adottato da Larva Labs, ossia i creatori dei Crypto Punks, un’altra collezione estremamente famosa nello spazio NFT, che hanno deciso di mantenere la titolarità dei diritti patrimoniali sulle opere.

Esistono dunque questioni rilevanti anche in materia di violazione di diritti di proprietà intellettuale non da sottovalutare nel metaverso. Uno degli ultimi sviluppi in tal senso riguarda il caso MetaBirkins, in particolare, la lettera di diffida inviata da Hermès all'artista Mason Rothschild, che aveva messo all’asta su Rarible, un marketplace di NFT, opere virtuali che raffiguravano le borse Birkin di Hermès, solo in formato digitale. L’artista infatti ha ampiamente beneficiato della vendita di questi oggetti virtuali a prezzi che partivano da 40.000 USD per unità, cifre di fronte alle quali l’azienda francese non ha potuto chiudere un occhio ed è dovuta intervenire rivendicando la contraffazione dei suoi diritti di proprietà intellettuale sul nome “Birkin” e sul disegno dell’iconica borsa. Infatti, se Hermès non avesse fatto valere i suoi diritti, sarebbe esistito un palese rischio di confusione ed associazione, ovvero consistente nel fatto che gli utenti potessero associare tali NFTs a Hermès o a una collaborazione ufficiale con la famosa Maison francese. 

Allo stesso modo, va tenuto presente che il metaverso ha dato la possibilità a vari brand di allearsi e creare delle partnerships strategiche per entrare nel mercato degli NFTs. Si pensi per esempio alla partnership tra Prada ed Adidas (https://opensea.io/collection/adidas-originals-x-prada-nft), oppure quella tra Moncler e Fortnite (piattaforma di gaming, ad oggi un metaverso non basato su blockchain). In tali contesti sarà fondamentale regolamentare il rapporto tra le parti, la titolarità della proprietà intellettuale, le licenze, il co-branding, etc.

In conclusione, gli strumenti IP rimangono invariati, con aspetti positivi e negativi da prendere in considerazione. Vale a dire, mentre da un lato il metaverso e gli NFTs in generale sono certamente una novità positiva, dato che gli artisti possono avere una prova immediata di proprietà sulle loro opere, dall’altro lato, i truffatori guadagnano ulteriore anonimato sugli ecosistemi blockchain, quindi più difficili da raggiungere, il che complica gli sforzi dei professionisti per far rispettare i diritti dei propri clienti.

Per tali motivi è ancora più importante da un lato aumentare la sorveglianza dei propri marchi sui metaversi e allo stesso tempo estenderne cautelativamente la tutela registrando gli stessi segni anche relativamente alla vendita di oggetti virtuali in forma di NFTs sui metaversi, onde evitare ripercussioni negative in un secondo momento.